Tutti pensano che lo farà Qualcuno. Ma Nessuno lo fa mai.
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Tutti pensano che lo farà Qualcuno. Ma Nessuno lo fa mai.

7/8/2025

In un tempo in cui l’AI può fare (quasi) tutto, chi si prende davvero la responsabilità di agire?

Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno

Una storia semplice che dice molto più di quanto sembri.

C’era una volta un lavoro importante da fare. Ognuno era sicuro che Qualcuno l’avrebbe fatto. Chiunque avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece.
Qualcuno si arrabbiò, perché era compito di Ognuno. Ognuno pensò che l’avrebbe fatto Chiunque. Ma Nessuno capì che Nessuno lo aveva fatto davvero.

Una storiella che spesso leggiamo su qualche poster motivazionale, ma che racconta una verità profonda. Nella vita, in azienda, nei progetti — anche quelli più innovativi come l’adozione dell’intelligenza artificiale — il vero problema non è mai la tecnologia. È l’assenza di responsabilità diffusa. Tutti pensano che ci penserà qualcun altro. Che “lo farà il team”, o peggio: che “basterà usare un software”.

Ma l’AI, per quanto potente, non sostituisce il coraggio di agire, la responsabilità individuale e la capacità di “sentire” che una cosa va fatta… e che spetta a noi farla.

L’illusione della delega

AI e automazione non devono diventare l’alibi per non scegliere.

Viviamo un’epoca in cui si parla ovunque di automazione, agenti AI, workflow ottimizzati. Ed è vero: oggi possiamo automatizzare report, risposte email, persino prendere decisioni semplici con l’AI. Ma questo ha portato con sé un rischio sottile: quello di pensare che “faranno tutto le macchine”, o che “qualcuno avrà già pensato a questo”.

Ma chi è questo “qualcuno”?
In azienda — soprattutto nel marketing — mi capita di vedere tante persone attendiste: aspettano che una nuova tecnologia risolva un problema culturale.
Ma l’AI, per funzionare davvero, ha bisogno di umanità, guida, pensiero strategico. Non possiamo delegare all’algoritmo la responsabilità di capire cosa serve al nostro cliente, né possiamo affidare alle dashboard il coraggio di prendere decisioni difficili.

La verità è che nessuna AI potrà mai compensare l’assenza di visione o la paura di scegliere. Quello che serve oggi non è solo competenza tecnica, ma etica e consapevolezza. Capire dove vogliamo andare, e soprattutto: chi siamo disposti ad essere per arrivarci.

Sii tu quel Qualcuno

La differenza tra “adottare” l’AI e “agire con l’AI”

Se stai leggendo questo articolo, è probabile che tu sia un imprenditore, un marketer, un professionista in cerca di strumenti per crescere. Forse anche tu stai esplorando le potenzialità dell’intelligenza artificiale, chiedendoti: “Cosa posso farne davvero? Da dove parto?”

La risposta più sincera che posso darti è questa: parti da te.
Non serve adottare l’ultima piattaforma o l’agente AI più avanzato, se non sai cosa vuoi cambiare. La vera innovazione parte da chi sceglie di essere responsabile, anche quando potrebbe limitarsi a eseguire.

La responsabilità non si delega: si prende.

In un mondo dove tutti parlano di prompt, automazioni e GPT, la vera differenza la fa quel Qualcuno che sceglie di muoversi per primo, che mette in moto il cambiamento e lo accompagna con umanità. Che non aspetta “che lo faccia Ognuno”, ma lo fa. Punto.

Ed è questo il senso profondo del mio lavoro come consulente e formatore in AI: aiutare le persone e le aziende a non perdersi nella tecnologia, ma a usarla per essere più consapevoli, autentici, efficaci.

L’intelligenza artificiale può essere uno strumento straordinario. Ma resta solo uno strumento. Il vero cambiamento parte sempre da una persona che sceglie di non aspettare, e diventa quella scintilla che fa accadere le cose. Non servono supereroi. Serve solo un po’ più di coraggio, e la volontà di essere quel Qualcuno.