Come l'AI sta ridefinendo il nostro modo di essere umani
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Come l'AI sta ridefinendo il nostro modo di essere umani

6/3/2025

Cosa significa essere umani nell'era delle macchine?

Il risveglio di una nuova era

Viviamo in un momento storico che ricorderemo come uno spartiacque.

Secondo il report "Trends – Artificial Intelligence" di Bond Capital (maggio 2025), ChatGPT ha raggiunto 800 milioni di utenti settimanali attivi in soli 17 mesi dal lancio pubblico, diventando il prodotto tecnologico con la crescita più rapida della storia. Ma dietro questi numeri impressionanti si nasconde una verità più profonda: stiamo assistendo all'alba di una rivoluzione che non tocca solo la tecnologia, ma l'essenza stessa dell'esperienza umana.

Come persona che osserva da anni l'evoluzione tecnologica, sono colpito non tanto dalla velocità del progresso, quanto dalla sua capacità di far emergere domande esistenziali che credevamo di aver già risolto. L'AI non è solo uno strumento; è uno specchio che riflette chi siamo e chi vogliamo diventare.

Il dato che più mi ha fatto riflettere è questo: secondo OpenAI e Bond Capital, il tempo necessario per ChatGPT per raggiungere 365 miliardi di ricerche annuali è stato di soli 2 anni, contro gli 11 anni impiegati da Google per raggiungere lo stesso traguardo. Non stiamo semplicemente assistendo a un'innovazione tecnologica – stiamo vivendo un cambiamento nella velocità del cambiamento stesso.

I numeri parlano chiaro: secondo Epoch AI, i modelli AI multimodali su larga scala sono aumentati del 1.150% in due anni, mentre i modelli linguistici sono cresciuti del 420% nello stesso periodo. Questa esplosione di capacità cognitive artificiali sta ridefinendo le regole del gioco umano.

L'umanità nell'era dell'automazione cognitiva

Ma ecco il paradosso che mi affascina di più: mentre le macchine diventano sempre più "intelligenti", l'umanità si trova a dover riscoprire cosa la rende davvero unica. Secondo il report di Stanford HAI e Epoch AI, i costi di addestramento dei modelli AI sono aumentati di 2.400 volte in otto anni, eppure, come riporta Stanford HAI, i costi per utilizzarli sono crollati del 99,7% in soli due anni (novembre 2022 - dicembre 2024). Questa democratizzazione dell'intelligenza artificiale significa che tutti, dal piccolo imprenditore al ricercatore solitario, possono ora accedere a capacità cognitive che fino a ieri erano fantascienza.

La ricerca di Pew Research Center e Elon University rivela un dato significativo: il 37% degli adulti americani ha utilizzato ChatGPT (gennaio 2025), con picchi del 55% tra i 18-29 anni. Ma la vera rivoluzione sta nel come lo utilizzano le diverse generazioni. Come ha osservato Sam Altman, CEO di OpenAI: "Le persone più anziane usano ChatGPT come un sostituto di Google. I ventenni e trentenni lo usano come un consulente di vita."

I dati di Sensor Tower mostrano che il tempo medio giornaliero trascorso sull'app ChatGPT è aumentato del 202% in 21 mesi negli Stati Uniti, mentre l'80% degli utenti settimanali mantiene l'engagement con la piattaforma, contro il 58% di Google Search (YipitData, 2025). Questo mi porta a riflettere su una questione fondamentale: se l'AI può fornire consigli, risolvere problemi complessi e persino creare contenuti artistici, qual è il ruolo dell'esperienza umana, dell'intuizione, dell'empatia?

La sfida geopolitica e il futuro dell'umanità

Non possiamo ignorare la dimensione geopolitica di questa rivoluzione. Secondo Epoch AI, la Cina ha rilasciato tre modelli AI su larga scala nel 2025 – DeepSeek-R1, Alibaba Qwen-32B e Baidu Ernie 4.5, dimostrando che la leadership nell'AI non è più monopolio occidentale. Il dato di YipitData mostra che DeepSeek ha conquistato il 15% del mercato desktop globale dei chatbot AI in soli pochi mesi.

Ma ciò che mi colpisce di più è la differenza di percezione: secondo il sondaggio Stanford HAI e Ipsos (2024), l'83% dei cittadini cinesi crede che i prodotti AI abbiano più benefici che svantaggi, contro solo il 39% degli americani. Questa divergenza non è solo una questione di marketing o di regolamentazione. Riflette visioni profondamente diverse su cosa significhi progresso e su come l'umanità dovrebbe evolversi.

I dati dell'International Federation of Robotics (2023) mostrano che la Cina ha installato più robot industriali del resto del mondo messo insieme, mentre Bond Capital riporta che il 70% delle 30 aziende tech più capitalizzate al mondo sono americane (maggio 2025), evidenziando una competizione serrata ma con approcci diversi.

La vera domanda non è chi vincerà la "corsa all'AI", ma come l'umanità nel suo insieme gestirà questo potere. Come ha detto Jensen Huang di NVIDIA al Milken Institute (maggio 2025): "Non perderai il lavoro a causa dell'AI, ma lo perderai a causa di qualcuno che usa l'AI." I dati dell'University of Maryland mostrano che i posti di lavoro AI negli Stati Uniti sono aumentati del 448% tra gennaio 2018 e aprile 2025, mentre quelli IT non-AI sono diminuiti del 9%.

L'intelligenza artificiale ci sta costringendo a confrontarci con domande che attraversano la storia dell'umanità: Cosa ci rende umani? Come possiamo preservare la nostra dignità in un mondo sempre più automatizzato? Come possiamo utilizzare questa tecnologia per diventare versioni migliori di noi stessi?

I numeri parlano di una trasformazione irreversibile: 6 milioni di sviluppatori nell'ecosistema NVIDIA (2025), 480 trilioni di token processati mensilmente da Google (maggio 2025), oltre 1 miliardo di persone che useranno Meta AI (aprile 2025). Ma dietro ogni statistica c'è un essere umano che sta imparando a navigare in questo nuovo mondo.

Non ho risposte definitive, ma credo fermamente che il futuro dipenderà dalla nostra capacità di rimanere umani mentre abbracciamo l'intelligenza artificiale. Non si tratta di resistere al cambiamento, ma di guidarlo con saggezza, empatia e una visione condivisa del bene comune.

La vera intelligenza artificiale non è quella che sostituisce l'uomo, ma quella che lo amplifica, permettendogli di esprimere al meglio la propria umanità. E questa è una responsabilità che appartiene a tutti noi.

Fonti principali: Bond Capital "Trends – Artificial Intelligence" (Maggio 2025), Stanford HAI "AI Index 2025 Annual Report", Epoch AI, OpenAI, YipitData, Pew Research Center, Sensor Tower, University of Maryland UMD-LinkUp AIMaps, International Federation of Robotics